Gallicchio in Web

    (2)  CENNI DI STORIA

 
 
 

Cenni di storia  Situazione nel medioevo Signori (1) Signori  (2) Signori  (3) I Normanni in Basilicata(1) I Normanni in Basilicata(2)

 Situazione politica  nel medioevo....   

 

Come tutti sanno, caduto l'impero Romano (476), l'Italia fu preda ambita dei barbari. Così, dal 476 al 493 fu governata dai Goti (Odoacre), dal 493 al 553 dagli Ostroqoti (Teodorico). Poi, dal 553, vi si stanziarono i Bizantini, che vi rimasero fino al secolo XI (avvento dei Normanni), e dal 568  al 774 anche e prevalentemente i Longobardi; dal 774 all' 814 fu dominata dalla potenza di Carlo Magno, che riuscì a scacciare i Longobardi ma non del tutto i Bizantini; dall'814 all'888 fu interessata dalla lotta tra i successori di Carlo Magno; dall'888 al 962 si trasformò in Regno italico indipendente, costituitosi sui cocci italiani dell'impero Carolingio (774-880); dal 962 al 1032 divenne fortuna dell'impero germanico che unì la Corona Imperiale al Regno d'Italia, legando la storia d’Italia a quella di Germania per quasi otto secoli, fino al 1806, quando l'imperatore del Sacro Romano Impero, Francesco I  d'Austria, fu costretto da Napoleone a lasciare l'antico titolo. Dalla seconda metà del IX secolo, gli Arabi in espansione occuparono la Sicilia e invasero l'Italia, razziando e facendo scempio in ogni dove, come a  Matera, che nel 994 fu assediata per tre mesi e poi presa e distrutta, dopo che qualche donna ebbe mangiato il proprio figlio (per fame) " quadam foemina filíum suum comedit" . Come se ciò non bastasse, con lo spirare dell'anno 1000 sull'umanità straziata da lutti, calamità e rovine incombeva anche la paura della fine dei mondo, profetizzata dall'Apocalisse: attesa terrificante che tenne a lungo la gente coi fiato sospeso e gli occhi supplici rivolti al cielo.Scattato impunemente l'anno 1000 e svanito l'incubo , tornarono a brillare il sorriso e la speranza. Poi, scesero i Normanni nel Mezzogiorno d'Italia e, dal 1017 al 1091, fecero piazza pulita di Arabi, Longobardi indigeni e Bizantìni; cosa che non era stata capace di fare nessuna delle parti in lizza precedentemente, compresi gli imperatori tedeschi, a loro volta impelagati nella lotta alla feudalità, al Papato ed agli irriducibili contendenti locali, specie con Ottone I e Ottone II, messo in fuga a Stilo (in Calabria) dagli Arabi (983), e con lo stesso Enrico Il, che pur battendo i Bizantini (1021) non riuscì a scacciarli dal lembo estremo dello stivale. Solo i Normanni vi riuscirono e furono anche capaci di mettervi ordine e di creare un clima di sicurezza politica e di relativa tranquillità che consenti’ all’Italia intera di vivere uno dei periodi più gloriosi della sua storia :al Sud in grazia della salda e solida monarchia normanna e delle Crociate, che aprirono nuovi orizzonti e nuove prospettive al commercio e, di riflesso, all’economia, alla politica, all’arte, alla cultura, alla civiltà di tutti i popoli mediterranei; al centronord per l'intraprendenza delle città marinare e la nascita e il fiorire paralleli dei Comuni dalla rovina dei feudi, i quali ebbero un colpo mortale prima dalla dinastia Sassone, alla fine dei X secolo, poi dalla dinastia di Franconia.La Basilicata in quel periodo fu martoriata dalle incursioni saracene e, per ultimo, anche degli Imperatori tedeschi, e  venne a trovarsi ripetutamente in bilico tra i domini Longobardi e Bizantini e, quindi, dilacerata dai loro confini estremamente instabili per la irrequietezza delle parti in lizza, con comprensibíli ripercussioni dolorose e disastrose per le popolazioni e le loro povere cose. Infatti, dopo una prima fase di totale presenza Bizantina  la regione venne assorbita gradualmente e totalmen­te dalla espansione Longobarda, che raggiunse l'apice al tempo di Carlo Magno, quando il Ducato di Benevento, rimasto indipendente, la conquistò interamente, portando i confini con i Bizantini al di là di Cosenza, a ponente, e di Brindisi, a levante. Poi, nel secolo X, si ebbe una ripresa notevole della espansione Bizantina, che riuscì a riassorbire tutto il resto della Calabria e della Puglia e più di mezza Basilicata, prevalentemente a spese dei Principato di Benevento, che fu costretto ad arretrare oltre i confini settentrionali della regione, lasciando ai Bizantini tutta l'area centro-orientale della stessa ed al Principato di Salerno la rimanente parte occidentale, che si spingeva fin al di qua di Marsiconuovo, divenuto sede vescovile nel X secolo, quando vi si trasferì il Vescovo di Grumento, in seguito alla distruzione di questa città da parte dei Saraceni.Dopo  la caduta dell'Emirato di Bari, i Bizantini riuscirono lentamente a riconquistare parte dei territori longobardi e della Terra di Bari e si spinsero sino a Marsiconuovo, rimasto al Principato di Salerno. Questo territorio , che corrisponde in parte all'odierna Basilicata, intorno al 1000 costituì il Thema Bizantino di Lucania :" Di questa circoscrizíone ammínístrativa, che aveva come capoluogo Tursi, facevano parte anche ARMENTO, GALLICCHIO e MISSANELLO". Per la verità, Gallicchio e Missanello erano appena sorti come Monasteri e, come tali, non avevano ancora una propria storia. Armento, invece, non solo aveva dovuto cambiare piu’ volte padrone, passando dai Bizantini ai Longobardi e poi di nuovo ai Bizantini, ma aveva sperimentato su sé stessa l'occupazione araba nel secolo precedente. Sempre "intorno al 1000. gli Arabi sbarcati sulla costa Jonica risalirono il Cavone e si fissarono a Pietrapertosa, spingendosi lungo la Camastra fino al Volturino che segnava, approssimatívamente, il confine tra il Principato di Salerno e il Thema Bizantino di Lucania. Da Pietrapertosa si spinsero nella valle del Sauro, dirigendosi verso l'Agri;nella circostanza, particolare funzione "ebbero Armento e le comunità monastiche di rito greco installate nella zona di Armento, che impedirono agli Arabi di  scendere sull'Agri e fissarvisi definítivamente".       Tra i Longobardi e i Bizantini si inserirono quindi i Saraceni, che lungo il secolo X invasero a piu’ riprese la Regione, razziando  e portando via ogni cosa, fino all’avvento dei Normanni

cifr. Nuove Luci Lucane- p.Tito Robertella, 1984

 

 
 

Ultimo aggiornamento 05/09/2009                                                                   home