Ma, chi
erano
questi
Normanni?
per chi
non lo
sapesse
Normanno
deriva
da
Nort-man
uomo del
Nord
ossia
della
Scandinavia
e della
Danimarca,
prevalentemente
Norvegesi
e
Danesi,
detti
anche
Vichínchi
per
la loro
indole e
mente
marinara
e
guerriera.
Avventurieri
e
predoni
d'istinto,
dall'inizio
si
diedero
ad
incursioni
,
saccheggi
e
razzie,
lungo le
coste
dei Mari
e
dovunque
sbarcavano
seminavano
terrore.
Venuti
man mano
a
contatto
con i
popoli
civili
romano-germanici
si
dirozzarono
e si
convertirono
al
Cristianesimo
divenendo
imperterriti
e
strenui
difensori
della
fede ,
prendendo
parte
alle
Crociate,
e quindi
, uomini
di
valore e
d’onore.
Di tale
stampo
furono i
primi
Signori
di
Gallicchio,
Missanello
e
Castiglione
, e
la prima
famiglia
si
denominò
MISSANELLO
o "MESSANELLO"
' dal
nome del
paese
toccatole
in
sorte,
che fu,
appunto,
Missanello,
probabilmente
ai primi
vagitì
della
sua
esistenza,
ossia in
occasione
della
seconda
e
definitiva
ondata
della
conquista
dell'Italia
Meridionale.
Capostipite
di
questa
nobilissima
famiglia
di
cavalieri
normanni
fu
proprio
quell'OSMONDO
(o
Osmundo),
primo
Signore
di
Missanello,
marito
di
Oltrada,
che fece
costruire
a
proprie
spese,
nel
1071, la
Chiesa e
la Badia
di S.
Stefano,
in
Marsico
Nuovo, e
la donò,
poi, al
Vescovo
di
quella
città.
Di lui
non
sappiamo
altro,
tranne
che gli
successe
GUGLIELMO,
suo
primogenito,
e poi il
figlio
di
questi,
ALESSANDRO,
al quale
più
tardi
subentrò
il
fratello
di
quest'ultimo,
GUGLIELMO,
uno dei
Baroni
che
diedero
soccorso
per la
conquista
della
Terra
Santa .
Quinto
Signore
di
Missanello
fu
RUGGIERO,
sposo di
Sibilla,
Signora
di
CASTIGLIANA,
la quale
nel 1238
ottenne
dall'imperatore
Federico
II il
Regío
assenso
di
posser
obbligar
la sua
Terra di
Castigliana
(l'attuale
CASTIGLIONE)
per le
doti di
sua
figlia,
della
quale
non ci è
dato
sapere
iI nome.
A
Ruggiero
successe
suo
figlio
LAMBERTO,
Cavaliere
di molto
valore e
di somma
prudenza,
iI quale
col
proprio
valore
divenne
anche
Signore
di
Gorgoglione,
Cirigliano
e
Petradacíno.
Devotìssimo
al Re,
Carlo II,
ottenne
per
servizi
resìgli
e danni
bellici
subiti,la
restituzione
delle
Collette,
ed altre
imposizioni
fiscali.
. .
Sposò
Stefania
di
Buczano,
che gli
generò
Angelo,
Filippo,
Bertoldo
e
Sibilla.
A
Lamberto
successe
suo
figlìo
ANGELO,
sposo di
Maria
Pipino,
figlia
del
Cavalier
Giovanni
Pipino,
Consigliere
del Re
Carlo II,
Capitano
generale
del suo
esercito
contro
Saraceni,
Maestro
Ratíonale
della
Gran
Corte,
Offiziale
di quei
tempi di
suprema
dignità".
Dalla
loro
unione,
vennero
alla
luce
Bertoldo
e
Americo.
Venuto a
mancare
nel
1308,
Angelo
lasciò a
Maria
sua
moglie
la Terra
di
Gorgoglione.
In
seguito
le terre
furono
ereditate
da
BERTOLDO,
padre, a
sua
volta,
dì
Giacomo,
Silvestro
e
Giovanna,
sposa
del
Barone
Cavalier
Giovanni
di
Trentenaria,nonche’
sposa,
in
seconde
nozze,
del
nobile
salernitano
Nicola
Ruggiero.
Successore
di
Bertoldo
Missanello
fu
GIACOMO,Cavaliere
anch’egli
di non
picciol
valore,
e di
grandissima
stima
appresso
del Re
Ladislao
da cui
fu cínto
Cavaliere,
ed
eletto
per suo
intimo
consigliere.
Da sua
moglie
BERARDA
DA
SANFRAMUNDO
gli
nacquero
Nicolò,
Maria e
Adriana.
Il
Successore
fu
NICOLO'
MISSANELLO,
il quale
alle
suddette
terre
aggiunse,
nel
1364,
anche la
Terra di
Lateana,
sita
parimenti
in
Basilìcata,
conprandola
da Ugone
e
Tommaso
Sanseverino
fratellì,
zii, e
Balij
di
Venceslao
Severíno
Conte dì
Tricarico
e di
Chiaramente.,
il quale
nel 1372
si
benignò
ratificare
e
confermare
detta
compra,
mentre
la
Regina
Giovanna
I ne
diede il
Regioassenso
il 23
agosto
1372.
Sposò
ROBERTA
Di
MONTEFALCIONE,
figlia
del
Cavalier
Ríccardo,
e di
Ciancia
d'Aquino,
da cui
nacquero
Giacomo,
Antonello,
Bertoldo
e
Salvatore.
Nicolò
ebbe per
successore
il
figlio
GIACOMO,
che
Succeduto
allo
stato
paterno,
l'avanzò
ancora
egli, ad
esempio
del
padre,
aggiungendovi
le TERRE
DI
GALLICCHIO
E DI
CASTELLONE
(leggi:
Castiglione)
della
già
detta
Provincia
di
Basílícata.
Fu
altresì
Cavaliere
e
carissimo
al Re
Ladislao.
Trovasi
questo
tra i
Baroní,
che
intervennero
nel
Parlamento
generale
tenuto
da Re
Alfonso
I
d'Aragona
dopo la
conquista
del
Regno,
ove si
fece
giurare
per
successore
del Re
Ferdinando,
Duca di
Calabria,
suo
figliuolo
bastardo.
Tolse
per
moglie
ROMANDINA
DI
CASTROCUCCO,
d'antichi
Baroní
di
Castrocucco,
e di
Albidona,
che gli
partorì,
per
quanto
sappiamo,
Ruggiero
e
Giovanna,
ammogliata
con
Francesco
Alterisío,
figliuolo
di
Cobutio,
dei
Signori
della
Battaglia,
e di
Tortorella".
RUGGIERO,secondo di questo nome nella famiglia, rimase, dopo la morte del
padre,
ancora
esso
Signor
di
Missanello,
di
Gallicchio,
di
Castellone,
ed altre
castella
de' suoi
maggiori,
e di suo
acquisto
fu
altresì
Signore
di Ruote
in
Basilicata,
e si
mantenne
con
molta
reputazione
e stima
appresso
tutti.
Si
maritò
con
GIACOMA
DI
MORRA,
da cui
gli
nacquero
molti
figliuoli,
quasi
tutti
morirono
in
giovanile
età,
sopravisse
solo
MASELLA,
la quale
rimasta
erede e
Signora
non solo
di
Missanello,
di
Gallicchio,
e di
altri
feudi,
ma anche
di una
starza
di moia
duecento
nelle
pertinenze
di
Aversa,
e di
altri
beni
burgensatíci
di non
pícciola
rendita.
Masella
fu
ísposata
con
ANTONELLO
GATTOLA.
Da
questa
unione
nacque
Francesca
che
rimasta
altresì
erede,
fu
collocata
in
matrimonio
con
FILIPPO
COPPOLA
dell'istessa
Piazza
di
Portanova,
figliolo
di
Francesco,
Conte di
Sarno,
di
Cariati,
e grande
Ammirante
del
Regno, a
cui
portò in
dote il
già
detto
stato di
Míssanello,
e da
essi
derivarono
i
Marchesi
di
Míssanello,
e i
Príncipi
di
Gallicchio.
Dopo la
morte
di
Antonello,
di nuovo
si sposò
MASELLA
co'
TRAIANO
PAPPACODA,
da cui
par che
nascesse
BALDASSARRE,
Signore
della
Città di
Lacedonía.
Giungiamo
così al
1480,
quando
dovette
aver
luogo la
catastrofe
di
Gallicchio
per
mezzo
dei
Turchi.
Per
quanto
riguarda
la
famiglia
Pappacoda,
apprendiamo
ancora
che, nel
1495, il
Re
Ferdinando
d'Aragona
tolse i
feudi di
Gallicchio
e
Missaneilo
a
Traiano,
che gli
si era
ribellato,
e li
affidò a
Baldassare,
suo
figlio
.Inoltre,
durante
il lungo
periodo
dei due
Pappacoda
(1485-1562),
i
suddetti
feudi
vennero
censiti
per ben
tre
volte ed
in
particolare
nel 1545
Misanello
registra
117
famiglie
e
Gallicchio
appena
32;
mentre
nel
1561,
Missanello
enumera
183
fuochi
mentre
Gallicchio
raggiunge
il
numero
di 40 .<<segue>> |