riprese e montaggio di
Isabella Montesanti (8 agosto 2022)
Nel
1562 DEZIO COPPOLA
, prese possesso dei feudi di Missanello,Gallicchio
e Castiglione, con il titolo di Marchese di Missanello e
Principe di Gallicchio, e dopo 29 anni , nel 1591, sposto' la
residenza a Gallicchio. I coppola erano un antica e nobilissima
famiglia napoletana , di cui si ha memoria sin dal secolo XI.
Dezio fu nipote di Francesco Coppola , conte di Sarno,
decapitato nel 1487 a seguito di un infame congiura e figlio di
Filippo Coppola, sposo di Francesca Gattola, figlia di Masella
Messanello . Al trasferimento della residenza a Gallicchio,
segui' un vero boom edilizio, "
le case degli abitanti prima erano solo al mezzogiorno della
Chiesa, quasi nascoste in un burrone" . Il vecchio Palazzo
del Principe era ubicato (?) sull'area dell'attuale casa dei
BALZANO , di fronte alla Chiesa. Probabilmente era gia'
stato costruito quale seconda casa dai baroni Messanello
quando Don Giacomo ne assunse la signoria. La
dimora del Principe era detta CASTELLO , ed era fornito
di regolare Ponte Levatoio,
era una dimora indegna per un Principe che comincio' a
costruire l'attuale Palazzo Baronale , grande ed ampio,
ora rimasto quasi a meta' , perche' la parte verso
ponente, ove esisteva la Cappella di
S.Sebastiano,crollo' in epoca imprecisata. Furono
costruite anche le carceri , e le case che servivano per
abitazione agli sgherri ed ad altri servi. Il
principe aveva molti privilegi : aveva il potere del
Diritto d'asilo per gli assassini, il privilegio
dell'alta giustizia per i ladri , cui al primo furto era
comminata una flagellazione da eseguire in pubblico ed
in caso di recidiva veniva praticato il taglio della
mano destra. Nel Palazzo vi era un "trabocchetto" dove
il principe faceva scomparire le persone di cui voleva
disfarsi. Questo tabocchetto consisteva in una grossa
cisterna scavata sotto il pavimento con fissate
solidamente delle lame taglienti ,pignoli, spiedi
pungenti, in modo che un corpo cadendo dalla botola
era lacerato e squarciato fino a giungere a sicura
morte. Infisso nel muro, dove ora vi e' la Piazza,
esisteva un anello di ferro ove si legavano quelli che
avevano commesso qualche fatto . Vi era anche una grossa
pietra rotonda,sostenuta da una colonnetta anch'essa di
pietra, che formava una specie di tavolo, dove saliva un
impiegato della casa prinpesca e leggeva al pubblico gli
ordini , gli editti, le pene e tutto quanto veniva
ordinato dal Principe.
Inoltre il
Principe abusava del privilegio dello Jus Primae noctis ,
che pero' porto' male a Don Dezio, allorquando un certo Gennaro
Di Letto, della famiglia dei Scinnarielli, si ribello' all'abuso
del Principe e gli sparo' in una Coscia . Trasportato nel
Castello di Missanello, Don Dezio mori' il giorno dopo .
A don Dezio successe il figlio
Giovanni Giacomo Coppola che
tratto' i sudditi con piu' umanita' ed onesta' del padre . Sotto
il suo governo fu restaurata e abbellita la Cappella del Carmine
(1610) . E' anche molto probabile che la devozione per la
Madonna del Carmine sia stata importata a Gallicchio proprio
da lui che a sua volta l'aveva appresa dai suoi antenati
napoletani. Sotto di lui le popolazioni di Gallicchio e
Missanello furono nuovamente censite con il risultato di 111
fuochi a Gallicchio e 150 fuochi a Missanello. Evidentimente
Missanello che cinquant'anni prima contava 210 fuochi fu
decimato dalla Peste del 1630 , come la stessa Armento che nel
1595 contava 316 fuochi , mentre nel 1648 era scesa a 236.
Anche Gallicchio, dovette registrare un discreto numero di morti
dato che dal 1595 al 1648 sali' soltanto di 13 fuochi. E'
probabile che proprio durante la Peste si penso' di costruire la
Cappella di San Rocco. A Giovanni Giacomo Coppola successe il
figlio Antonio . Nel 1656 anno in cui infieri' nuovamente
la Peste, il Principe e sua madre donna
Crisostoma Caracciolo
contrassero molti debiti. Alla morte
prematura di Antonio, i feudi passarono al Fratello Andrea
che scomparve nel 1665. Il 13/11/1665 infatti Andrea Coppola fa
testamento stabilendo che i feudi di Gallicchio,Missanello e
Castiglione, fossero assegnati dopo la morte di sua zia
Beatrice Carafa
,principessa di Nola e sorella uterina
della Madre, ad un figlio di costei con l'obbligo di mettere
come distintivo di famiglia il simbolo e stemma dei Coppola
(arma d'azzurro alla coppa d'oro sostenuta da due leoni) e di
casa Pignatelli, casato col quale si era' sposata Beatrice. nel
1669 sotto la reggenza di Donna Crisostoma ebbe luogo un altro
censimento dal quale risulta che i fuochi di Gallicchio erano
scesi a 70, quelli Armento a 66 e quelli di Missanello a 59. Nel
1679 Donna Beatrice Carafa fece testamento in favore del figlio
principe Giambattista Pignatelli , lasciandolo erede dei
tre feudi. Il Principe un tempo anche Vice Re di Sardegna si
diede da fare per migliorare le condizioni di Moliterno , dove a
differenza di Gallicchio e Missanello , visitati piuttosto
raramente, andava di frequente animando il locale Castello.
Per i debiti contratti dai Coppola e non onorati dal principe
Pignatelli i tre feudi furono venduti all'asta ed il 14/11/1699
Donna Elisabetta Piccolomini, Principessa di Belvedere
,Marchesa di Anzi, vedova di Don Carlo Carafa ed i propri figli
minori Francesco Maria e
Ferdinando Carafa, comprarono i
tre feudi di Gallicchio, Missanello e Castiglione, governandoli
per mezzo di subalterni, fino al 1732 quando vendettero tutto al
nuovo padrone , proveniente da Monopoli,
Don Cesare Lentini
, insignito del titolo di Barone. Ancora
nel 1796 vi sono documenti che riportano l'appartenenza di
Gallicchio e Missanello ai baroni Lentini . La baronia cesso'
nel 1806 con l'avvento della dominazione Napoleonica , nel 1811
il Barone Lentini, viene detto per la prima volta ex
barone in una sentenza della Commissione Feudale. <segue>