I Normanni sono
presenti in Basilicata, nella Contea di Melfi fin dal 1043 con
Guglielmo d'Altavilla; alla sua morte i figli, Ruggero e
Roberto, detto il Guiscardo, ne accrebbero il dominio, il primo
a sud fino in Sicilia, il secondo estendendosi verso nord.
Nel 1101 a Ruggero I successe Ruggero II (1101-1154) che riuni’
i vari territori e si fece incoronare a Palermo re di Sicilia e
di Puglia. Era rappresentato in ogni regione dai Camerari che
esercitavano il potere finanziario e civile, e dai Giustizieri
che amministravano la giustizia. Il Re, secondo il sistema
feudale importato dalla Francia, concesse in vassallaggio,
dietro giuramento di fedeltà, molte terre a militari e a
ecclesiastici. In base al valore del feudo, la cui rendita non
doveva essere inferiore a venti once d'oro, veniva stabilito
anche la prestazione di una data quantità di militi". Per
rendere l'amministrazione statale più efficiente nel 1150
vennero istituiti i Defetari (registri amministrativi) in
cui furono. annotati e descritti i singoli feudi e i servitia
gravanti su di essi. Sulla base di questi dati fu possibile
suddividere il regno in Comestabulie (circoscrizioni
territoriali), ciascuna delle quali comprendeva una o più
contee. Il Re, Guglielmo il Buono (1166-1189), dispose la
revisione delle rendite dei singoli feudi e l'aumento del
servitium militum a lui dovuto da parte dei feudatari. Dai
nuovi Defetari furono tratti dati e notizie poi trascritti nel
CATALOGUS BARONUM NEAPOLITANO che fornisce, in parte, i
nomi dei feudi esistenti in Basilicata nel sec. XII, la loro
consistenza economica e il Barone che ne era il possessore .
Nella Contea di Tricarico, inclusa nel Principato di Taranto,
retta da Ruggero Sanseverino, successo al Conte Goffredo nel
1147, tra i feudi dipendenti dalla Curia Regis risultò tra gli
altri anche Galichio o Gablichio in feudato e concesso
alla famiglia Messanello . Il viaggiatore geografo
musulmano EDRISI descrive nel XII secolo ( al tempo di Ruggero
II) un tracciato della Basilicata che testimonia l'esistenza
degli attuali villaggi: scrive infatti " Da Sant'Arcangelo a
Roccanova SEI MIGLIA, a CENISE ,verso destra DODICI, passando il
fiume Agri, da Sant'Arcangelo al munitissimo Castel Missanello
SEI MIGLIA, per GABLICHIO DUE MIGLIA, per San Martino
d'AGRI,SEI MIGLIA ecc." Dal matrimonio di Costanza
d'Altavilla, ultima erede normanna, con Enrico IV di Svevia,
nacque nel 1195 Federico. Egli, alla morte di Enrico e
di Costanza, fu posto sotto la tutela del Papa e del Consiglio
Regio e soltanto nel 1208 riusci’ ad ereditare il trono.
Dopo alterne vicende politiche e militari, vari contrasti con i
feudatari e con il Papa, pacificato finalmente il regno, nel
1220 Federico venne incoronato imperatore dal Papa Onorio III;
nel 1231 emano’ le Melfitane Costitutiones Regni Siciliae,
con esse lo stato feudale normanno fu trasformato in una
monarchia assoluta affermando su tutti, Papato compreso, l'eguaglíanza
della legge.
Federico II ben
consapevole dell'importanza delle opere di difesa, nominò
Guidone di Guasto Provveditor Castrorum della Terra di Bari,
della Terra d'Otranto e di Basilicata ed emano’ disposizioni
sulla manutenzione dei castelli cui le popolazioni interessate
erano tenute a provvedere. Alla morte di Federico II (1250)
seguì un periodo di gravi contrasti politici.
Corrado, legittimo successore, impegnato a difendere il
trono in Germania, lasciò la reggenza dei territori dell'Italia
meridionale al fratellastro Manfredi. Questi, alla morte
del fratello, regnò dapprima in nome di Corradino, legittimo
erede; in seguito dopo aver fatto diffondere la falsa notizia
della morte del sovrano si fece incoronare (1258) re di Puglia
e di Sicilia. Il Papato, da parte sua, reclamava il regno di
Sicilia come feudo pontificio, non potendolo conquistare
direttamente sollecito’ Carlo d'Angio’, signore di
Provenza, ad accettare l'investitura papale del regno.
Carlo il 6 gennaio 1266
venne incoronato re; il 26 dello stesso mese sconfisse a
Benevento Manfredi che trovò la morte in battaglia; tale
evento determinò la fine della monarchia fondata da Federico II.
Carlo d'Angiò (1266-1285) il 22 aprile 1266 giunse in
Basilicata, a Lagopesole; pretese che le popolazioni meridionali
non solo compensassero coloro che lo avevano seguito, ma
tacitassero anche i suoi creditori. Dichiarò nulle e prive di
ogni effetto giuridico tutte le donazioni, le concessioni, le
locazioni, fatte da Federico II, e dopo il 7 luglio 1245 e dai
suoi figli, Corrado e Manfredi, ad eccezione di quelle da lui
confermate . Corradino di Svevia, nel frattempo,
decise di scendere nell'Italia meridionale per rivendicare i
suoi diritti; a tale notizia la fazione ghibellina, che già
aveva appoggiato Manfredi, si riorganizzò e cominciarono a
serpeggiare i primi sintomi della rivolta. Gli uomini piu’
qualificati della regione quali i Conti di Potenza, di Tricarico,
di Rivello e molti altri si schierarono contro l'Angioino. Anche
nel cuore della Basilicata montana operavano gruppi di
ghibellini.
La rivolta falli’, Corradino
fu sconfitto a Tagliacozzo il 23 agosto 1268 e messo a
morte sulla piazza del Mercato di Napoli. Carlo puni’ i conti
ribelli e i loro sostenitori ordinando la distruzione di
Potenza. <segue>
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