Via
Carducci
Giosue'
Carducci . Nato
a Val di Castello (Lucca) nel 1835, trascorse l'infanzia e
l'adolescenza nella Maremma Toscana dove il padre era medico
condotto. Qui visse solitario e da giovanissimo iniziò a studiare i
classici latini e greci e i poeti moderni. Si laureò a Pisa e poi
insegnò all'Università di Bologna dove visse con la moglie e
quattro figli fino alla morte. Nel 1890 fu nominato senatore, nel
1906 ricevette il premio Nobel per la letteratura, proprio alla
vigilia ella sua morte avvenuta nel 1907. Tra le opere più
importanti ricordiamo "Rime nuove", "Odi
barbare" e "Rime e ritmi" e tra le sue produzioni
poetiche i "Giambi ed Epodi".
Giosuè
Carducci nasce il 27 luglio 1835 a Valdicastello in provincia di
Lucca, da Michele Carducci, medico e rivoluzionario, e Ildegonda
Celli, di origini volterrane. Il 25 ottobre 1838 la famiglia
Carducci, a causa del concorso vinto dal padre per diventare medico
di zona, si trasferisce a Bolgheri, sperduto paesello della Toscana
che grazie al poeta diventerà famoso in tutti il mondo. La
permanenza nella Maremma è testimoniata e rievocata con affettuosa
nostalgia nel sonetto "Traversando la Maremma toscana"
(1885) e in molti altri luoghi della sua poesia.Del nucleo familiare
fa anche parte la celeberrima Nonna Lucia, una figura determinante
nell'educazione e formazione del piccolo Giosuè tanto che il poeta
la ricorda con grande affetto nella poesia "Davanti San
Guido". Pochi anni dopo, però (precisamente nel 1842), questa
figura per noi ormai nobilmente letteraria muore, gettando Giosuè
nella disperazione.I moti rivoluzionari intanto prendono piede, moti
nei quali è coinvolto il passionale e "testacalda" padre
Michele. La situazione si complica al punto tale che vengono sparate
fucilate contro la casa della famiglia Carducci, in seguito
all'acuirsi del conflitto tra Michele Carducci e la parte più
conservatrice della popolazione bolgherese; l'evento li costringe al
trasferimento nella vicina Castagneto dove rimangono per quasi un
anno (oggi conosciuta appunto come Castagneto Carducci).Il 28 aprile
1849 i Carducci giungono a Firenze. Giosuè frequenta l'Istituto
degli Scolopi e conosce la futura moglie Elvira Menicucci, figlia di
Francesco Menicucci, sarto militare. L'11 novembre 1853 il futuro
poeta entra alla Scuola Normale di Pisa. Giosuè sostiene gli
esami svolgendo brillantemente il tema "Dante e il suo
secolo" e vince il concorso. Negli stessi anno costituì,
insieme con tre compagni di studi, il gruppo degli "Amici
pedanti", impegnato nella difesa del classicismo contro i
manzoniani. Dopo la laurea, conseguita con il massimo dei voti,
insegna retorica al liceo di San Miniato al Tedesco.
E' il 1857, anno in cui compone le "Rime di San Miniato"
il cui successo è quasi nullo, salvo una citazione su una rivista
contemporanea del Guerrazzi. La sera di mercoledì 4 novembre si
uccide il fratello Dante squarciandosi il petto con un bisturi
affilatissimo del padre; mille le congetture. Si dice perché stanco
dei rimbrotti familiari specialmente del padre, che era diventato
intollerante e duro anche con i figli. L'anno dopo, ad ogni modo,
muore il padre del poeta.Un anno di lutto e il poeta finalmente si
sposa con Elvira. In seguito, dopo la nascita delle figlie Beatrice
e Laura, si trasferisce a Bologna, un ambiente assai colto e
stimolante, dove insegna eloquenza italiana all'Università. Ebbe
così inizio un lunghissimo periodo di insegnamento (durato fino al
1904), caratterizzato da una fervida e appassionata attività
filologica e critica. Nasce anche il figlio Dante che però muore in
giovanissima età. Carducci è duramente colpito dalla sua morte:
torvo, lo sguardo fisso nel vuoto, si porta dietro il suo dolore
ovunque, in casa, all'università, a passeggio. Nel giugno 1871
ripensando al figlio perduto compone "Pianto antico".La
nuova simpatia monarchica culminò nel 1890 con la nomina a senatore
del regno.Tornato a Castagneto nel 1879, dà vita, insieme ai suoi
amici e compaesani alle celebri "ribotte " durante le
quali ci si intrattiene degustando piatti tipici locali, bevendo
vino rosso, chiacchierando e recitando i numerosi brindisi composti
per quelle occasioni conviviali.Nel 1906 al poeta viene assegnato il
Premio Nobel
per la Letteratura. Le condizioni di salute non gli consentono di
recarsi a Stoccolma per ritirare il premio che gli viene consegnato
nella sua casa di Bologna.Il 16 febbraio 1907 Giosuè Carducci muore
nella sua casa di Bologna.I funerali si tengono il 19 febbraio e il
Carducci viene seppellito alla Certosa di Bologna dopo varie
polemiche relative al luogo di inumazione.
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