Viale
Gramsci
Gramsci
Antonio -
nato
a Cagliari nel 1891 fu un uomo politico italiano e teorico
marxista,fu uno dei fondatori del Partito Comunista italiano.
Iscrittosi al Partito socialista nei
1916 divenne giornalista dell' "Avanti",il quotidiano del
partito,e successivamente,assieme a Palmiro Togliatti,Umberto
Terracini e altri militanti,fondò il
settimanale
culturale,l' "Ordine Nuovo" .
nel 1919,indirizzato
alla classe operaia e vicino alle posizioni dell'internazionale
comunista. Segretario del Partito Comunista italiano dal 1926 e
sostenuto oppositore dei Fascismo,Antonio Gramsci nel 1928 fu
condannato a vent'anni di carcere dal tribunale speciale del
regime.Durante la detenzione compose i suoi scritti maggiori.fra cui
quelli raccolti e pubblicati nel dopoguerra sotto il titolo Quaderni
de! Carcere .testimonianza
di acume critico e rigore intellettuale
Gramsci
fu pensatore e uomo politico italiano, nacque ad Ales, vicino ad
Oristano in Sardegna, nel 1891 e morì a Roma nel 1937. Di modesta
famiglia, compiuti gli studi liceali a Cagliari, si iscrisse nel
1911 alla facoltà di lettere di Torino, dove seguì le lezioni di
Luigi Einaudi. Contemporaneamente si iscrisse al Partito
Socialista, di cui divenne segretario della locale federazione
nel 1917, e collaborò a "Il grido del popolo" e,
dal 1916, all' "Avanti!" soprattutto come critico
teatrale. Schieratosi a favore della linea di Lenin,
insieme con Togliatti, fondò il
settimanale "Ordine nuovo", a sostegno della
strategia dei consigli di fabbrica, organismi di autodecisione
proletaria che, in caso di situazione rivoluzionaria, avrebbero
dovuto assumere il ruolo dei Soviet. L'insuccesso di tali organismi,
in occasione dello sciopero generale e dell'occupazione problema
della creazione di un partito rivoluzionario all'avanguardia del
proletariato. Dalla scissione del gruppo gramsciano di Ordine
nuovo e del gruppo bordighiano del Soviet dal Partito
Socialista nacque a Livorno, nel 1921, il
Partito Comunista d'Italia (aderente alla III
Internazionale).Dopo un soggiorno a Vienna nel 1923, per conto
dell'Internazionale, Gramsci, eletto deputato, rientrò nel 1924 in
Italia dove condusse una strenua lotta contro il
fascismo e, contemporaneamente, con l'appoggio
dell'Internazionale, rafforzò la posizione del proprio gruppo
all'interno del partito, conquistandone definitivamente la dirigenza
al Congresso di Lione del 1926. Ma lo scioglimento di tutti i
partiti e la rigida applicazione delle leggi eccezionali fasciste lo
portarono, lo stesso anno, all'arresto. Condannato al confino a
Ustica, venne poi deferito al Tribunale Speciale che lo condannò a
20 anni e 4 mesi di reclusione. Tuttavia, nonostante i disagi e le
privazioni sofferte nella casa e il precario stato di salute,
Gramsci rifiutò di inoltrare domanda di grazia, concentrandosi in
un'attività di elaborazione teorica dei principi del marxismo. Nel
1934 le pressioni di un comitato internazionale antifascista
indussero il governo fascista a trasferire
Gramsci al carcere-ospedale di Formia e poi in clinica a Roma, dove
morì. Il suo pensiero, dove ideologia, filosofia e prassi politica
trovavano una profonda unità, era volto verso la comprensione della
reale situazione italiana dell'epoca e verso la possibilità di
trasformarla in senso socialista. Gramsci considerava
il fascismo come punto massimo di crisi della società borghese.
La valorizzazione del concetto di cultura, non più vista come fatto
aristocratico, ma come mezzo per acquistare consapevolezza della
realtà, portò Gramsci a elaborare la nozione di
"organizzazione della cultura" che metteva in luce la
necessità di esplicare rapporti profondi fra organizzazione
economico-sociale e visione del mondo, fra lotta di classe e
scoperta scientifica e artistica.In campo estetico-letterario, la
tesi centrale di Gramsci è stata l'affermazione del nesso
inscindibile che deve unire lo scrittore al popolo, delle cui
esigenze materiali e spirituali egli deve farsi interprete.La
letteratura, secondo Gramsci, avrebbe dovuto essere
nazionale-popolare. In questa prospettiva si colloca l'auspicato
ritorno a De Sanctis, che Gramsci considerava come il più valido
esponente della cultura della borghesia nazionale nella sua fase
progressiva, mentre Croce ne rappresentava la fase difensiva e
conservatrice. Le opere più importanti di Gramsci furono "le
lettere dal carcere", uno dei più splendidi e commoventi
epistolari della nostra letteratura.
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