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Madonna di Viggiano
Il
capitolo Vaticano decreto' il 26 dicembre del 1891
l'incoronazione della Venerata avvenuta la prima domenica di
settembre del 1892. Tale incoranoazione e' stat rinnovata nel 1991
il 28 aprile da papa Giovanni Paolo II. Paolo VI nel 1965 elevo' il
santuario a basilica Minore Pontificia e proclamo' la Madomma
Patrona e Regina delle genti lucane.
Le
origini del Santuario di Viggiano, come quelle di tanti altri
santuari mariani, restano avvolte nel mistero. L'ipotesi più
accreditata lo fa risalire all'XI secolo e ne collega la nascita
alla caduta di Grumentum, attaccata a più riprese dai Saraceni sin
dal IX secolo e definitivamente rasa al suolo intorno al 1050. Il
simulacro della Vergine, infatti, sarebbe stato custodito
inizialmente proprio nella cattedrale di Grumentum. Di qui sarebbe
stato trasferito e nascosto sulla vetta del Monte di Viggiano per
evitare che venisse distrutto dagli invasori saraceni. A questo
punto entra in campo la leggenda, la quale narra come alcuni pastori
della valle sottostante, attirati da strani fenomeni luminosi
osservati sulla sommità del monte, vi rinvennero, miracolosamente
intatto, il sacro simulacro, subito trasportato a Viggiano e
collocato nella cappella di Santa Maria fuori le mura, che da allora
fu detta del Deposito e che successivamente diventò la sede urbana
del Santuario, al centro del paese dei nostri giorni.Sempre la
leggenda interviene a spiegare, con una traslazione miracolosa, 1
'origine del duplice pellegrinaggio che ormai da secoli scandisce la
vita del Santuario: la prima domenica di maggio, quando il simulacro
della Madonna viene ricondotto sulla vetta del Monte, nel luogo del
ritrovamento, dove ben presto venne edificata una cappella; e la
prima domenica di settembre, quando una folla immensa lo accompagna
a Viggiano, per la lunga sosta invernale.Cuore del Santuario, come
si intuisce a questo punto, è proprio la preziosa scultura lignea
che esso custodisce, un manufatto artistico di rara bellezza, che la
venerazione secolare della gente lucana ha arricchito di valore e
significato, fino a farne l'emblema della sua storia travagliata e
della sua fedeLa composizione attuale del simulacro - che è
fondamentalmente di stile bizantino, anche se influenzato da
correnti romane - è opera di vari rifacimenti, ispirati, tra
l'altro, allo stile della Madonna del celebre santuario spagnolo di
Monserrat, tanto somigliante alla nostra e della quale esistono
riproduzioni addirittura con lo stesso nome nei comuni vicini,
testimonianza del dominio spagnolo nel Sud Italia. Originariamente
sembra probabile che la statua consistesse soltanto in un busto in
altorilievo, al massimo integrato da nuvole ed angeli, forse a
rappresentare l'assunzione di Maria al cielo. Quasi certamente
furono gli Spagnoli, nel XVII secolo, a trasformare la statua e a
darle le sembianze attuali, assai simili, come si diceva, alla
spagnola Madonna di Monserrat, ma senza alterare il volto originale,
vero capolavoro di dolcezza e bellezza.Nella versione definitiva, la
Madonna è ritratta seduta in trono, con sulle ginocchia il
fanciullo Gesù benedicente. Sia il volto della Madre che quello del
Figlio sono di colore olivastro ( cosa, per altro, non rara e che
richiama all 'origine orientale della Vergine), mentre l'intera
scultura è rivestita in oro zecchino, sì da descrivere un forte
contrasto tra la povertà e la semplicità del volto ligneo e la
ricchezza ridondante del panneggio che ricopre i corpi.Assai
significativo anche l'atteggiamento nel quale la Vergine viene
ritratta: Ella non solo non stringe il Bambino al suo petto, ma
sembra quasi che lo induca a scendere dalle sue ginocchja, in un
atteggiamento di offerta che rimanda il lettore esperto alla
funzione propria di Maria e, di conseguenza, della Chiesa: quella di
donare il Cristo al mondo, dopo averlo partorito nella fede. A
partire da quel lontano e misterioso giorno del rinvenimento della
sacra immagine, la devozione alla Bella Signora del Monte è andata
via via crescendo, maturando quelle forme di religiosità popolare e
di pietà mariana autentica che, ancora oggi, sono patrimonio
indiscusso della gente lucana |