Toponomastica di Gallicchio                        

Comune di Bologna
Istituto di Scuola media 
sezione di Gallicchio
Via Martiri d'Ungheria,3
85010 Gallicchio
tel 0971752083

Classe III G 
anno scolastico 2002/2003

Progetto "Conoscenza e valorizzazione del tuo paese"

Docente di lettere:
Ins. Domenica Vita 

Alunni :
Balzano Filippo 
Balzano Gianluigi
Balzano Luigi
Durante Antonia 
Giordano Alessio
Montano Domenico
Montemurro Gabriele
Natalina Giammarco 
Robilotta Cristian
Sinisgalli Davide
Sinisgalli Giovanni
Sinisgalli Massimiliano 
Vicino Francesco
Vilella  Lucia 

collaboratori:
ins.Francesco Lotito
ins.Francesco Ricciardi

 

 Gallicchio in Web

IL LUCANO PASSANNANTE

E’ il 17.11.1878, ore 14,25, a Napoli Umberto I, re d’Italia, assieme alla moglie regina Margherita, con la carrozza reale attraversa Napoli “quand’ecco un uomo, male in arnese, sottile di persona, brutto di volto, feroce negli occhi, avente la mano avvolta in un panno rosso, si slanciò dalla folla allo sportello della carrozza; saltò sullo scalino del “montatorio” e cercò con un coltello di colpire il re(Felice Venosta , Umberto I re D’Italia. Cenni biografici con documenti.).
L’uomo male in arnese, brutto di volto e feroce negli occhi che ha la mano avvolta in un panno rosso (o, dicono altre fonti, coperta da un mazzo di garofani), è Giovanni Passanante, cuoco, di anni 29, nativo di Salvia nella provincia di Potenza. Sull’impugnatura del suo coltello sono le parole “Viva la Repubblica Internazionale!”. Ha con sé una piccola bandiera rossa con la scritta “ Viva la Repubblica! Viva Orsini!”. Nessuno aveva pensato alla possibilità di un attentato: Passanante è una sorpresa, un guastafeste. . Questa volta il colpo ha fatto cilecca. Umberto è stato appena scalfito ad un braccio…
Dopo qualche giorno il re riceve nella reggia i sindaci della Basilicata: c’è anche quello di Salvia, Giovanni Parrella, un piccolo proprietario  , che davanti al re balbetta:

Io rappresento la disgraziata Salvia”.

Il re gli tende la mano: “Gli assassini non hanno patria”.
 

Eppure Salvia non può non espiare: dai consiglieri della corona scende il suggerimento. A dicembre il consiglio comunale di Salvia delibera e nel febbraio del 1879 un decreto reale esaudisce “il desiderio dei fedeli sudditi”: d’ora in poi il paese si chiamerà Savoia di Lucania.

 

Il 7 Marzo 1879 Passanante è condannato a morte; al regicida la pena dei parricidi: i piedi scalzi, il velo nero, la morte.  Il 29 marzo la Gazzetta Ufficiale annuncia che il re aveva commutato la morte in quella dei lavori forzati a vita. Nella notte del 30 Passanante lascia Napoli e, sotto scorta, si imbarca sul Laguna diretto a Portoferraio.

Nel 1889 , quando il deputato Agostino Bertani riuscirà a penetrare nella fortezza, lo spettacolo che si presenta ai suoi occhi è orribile. Il deputato radicale esce dal maschio profondamente turbato e protesta vivacemente “questo non è un castigo” scrive ”è una vendetta peggiore del patibolo” e minaccia un’interpellanza. Allora il governo si muove, una perizia decide che il condannato non è sano di mente e così è trasferito al manicomio criminale di Montelupo, presso Pisa.Passanante morirà a Montelupo il 14 febbraio 1910.

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