Toponomastica di Gallicchio                        

Comune di Bologna
Istituto di Scuola media 
sezione di Gallicchio
Via Martiri d'Ungheria,3
85010 Gallicchio
tel 0971752083

Classe III G 
anno scolastico 2002/2003

Progetto "Conoscenza e valorizzazione del tuo paese"

Docente di lettere:
Ins. Domenica Vita 

Alunni :
Balzano Filippo 
Balzano Gianluigi
Balzano Luigi
Durante Antonia 
Giordano Alessio
Montano Domenico
Montemurro Gabriele
Natalina Giammarco 
Robilotta Cristian
Sinisgalli Davide
Sinisgalli Giovanni
Sinisgalli Massimiliano 
Vicino Francesco
Vilella  Lucia 

collaboratori:
ins.Francesco Lotito
ins.Francesco Ricciardi

 

 

 Gallicchio in Web

Via Pertini

Sandro Pertini - nato a Stella San Giovanni,Savona 1896,uomo politico italiano,presidente della Repubblica (1978/1985).Dopo aver combattuto nella Prima Guerra Mondiale entrò nel Partito Socialista(PSI)nel 1918.Arrestato dal regime fascista nel 1926,trascorse alcuni mesi in prigione e poi lasciò l'Italia. Rientrato clandestinamente,fu incaricato di nuovo nel 1928 e dopo sette anni di detenzione fu condannato al confino a Ponza e Ventotene.n Liberato nel 1943,militò fra le file della resistenza;venne arrestato dai tedeschi ma riuscì a evadere dal carcere da Roma e raggiunse Milano,dove diventò uno dei massimi dirigenti del Comitato di Liberazione Nazionale. Riorganizzò il Partito socialista e dal 1945al 1946 e poi ancora dal 1948 al 1952 fu direttore del giornale di partito"Avanti''; nel 1946 divenne membro dell'Assemblea Costituente, quindi fu senatore(1948­1953) e dopo deputato della Camera-Dopo aver ricoperto la carica di Presidente della Camera, venne eletto Presidente della Repubblica. Mori a Roma nel 1990. 

Sandro Pertini  dopo gli studi ed il conseguimento della laurea in giurisprudenza, si avvicinò alla vita politica aderendo e militando nel Partito Socialista Italiano di Filippo Turati.Rimarrà fedele a tali idee ed al Partito Socialista per quasi un secolo, fino alla morte avvenuta nel 1990, vivendo due guerre mondiali, la dittatura fascista ed infine, finalmente, la democrazia repubblicana di cui fu un indubbio ed indiscusso protagonista.
Fin da allora la visione del socialismo di Pertini fu rappresentata dal tentativo di far coesistere la libertà con la giustizia sociale, ritenendo impossibile la realizzazione dell’ideale socialista senza tenere in considerazione gli elementi prima citati; Non vi è libertà senza giustizia sociale e non vi è giustizia sociale senza libertà, amava ripetere l’anziano esponente socialista.Fu uno dei massimi esponenti dell’antifascismo e, durante il ventennio, fu esule in Francia dove, per guadagnarsi un misero stipendio, fece i lavori più umili.Innumerevoli furono le condanne giudiziarie infertegli dal regime, alcune prevedevano anche la pena capitale, ma in ogni caso Pertini seppe salvarsi riuscendo a mantenere ruoli di primo piano nel mondo dell’antifascismo, prima, e, poi, della Resistenza.Dopo il 25 luglio 1943 Pertini rientrò in Italia assumendo, con Nenni, Saragat e Basso, la guida del Partito Socialista e, con il comunista Emilio Sereni e l’azionista Leo Valiani, la guida del Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (C.L.N.A.I.).Fu proprio in virtù di tale carica che, il 25 aprile 1945, promosse l’insurrezione nazionale contro i nazi-fascisti: l’Italia era finalmente libera e si apriva una nuova era di pace e di sviluppo.
Pertini partecipò fin da subito alla vita politica del Paese e del suo partito in seno al quale fondò una piccola corrente il cui compito era quello di mediare tra le posizioni di Nenni e quelle di Saragat: ciò non gli riuscì e vi fu la scissione di Palazzo Barberini.Custode dell’autonomia socialista e dell’unità del movimento dei lavoratori si oppose all’esperienza del Fronte Popolare in quanto minava l’indipendenza del PSI rispetto al PCI e non fu entusiasta del centro-sinistra poiché discriminava i comunisti e metteva fine alla stretta collaborazione tra i due principali partiti della sinistra.In piena contestazione studentesca del 1968 Pertini divenne Presidente della Camera dei Deputati, il primo uomo politico non democristiano e di sinistra a ricoprire tale incarico e, dieci anni dopo, in pieno terrorismo a pochi mesi dall’omicidio di Aldo Moro e della strage di via Fani, fu eletto alla Presidenza della Repubblica con l’appoggio di tutti i partiti democratici ed antifascisti dopo essere stato candidato a tale carica dal democristiano Benigno Zaccagnini, dal comunista Alessandro Natta e dal repubblicano Ugo La Malfa.La Presidenza Pertini fu caratterizzata da una svolta, da una nuova concezione della massima carica dello Stato: ogni suo atto, ogni sua azione avevano il compito di rinsaldare il legame tra i cittadini e lo Stato.
Furono anni duri il terrorismo ancora forte, le sciagure naturali, la crisi economica e sociale, ma furono anche anni di eventi lieti come la vittoria al mondiale di calcio in terra di Spagna nel 1982: in tutte queste occasioni, brutte o belle che fossero, vi era una certezza: la presenza del Presidente della Repubblica Sandro Pertini.
Tale comportamento fecero dell’anziano esponente socialista il presidente più popolare e più amato dagli Italiani, poiché, come ha scritto Indro Montanelli “Non è necessario essere socialisti per amare Pertini. Qualunque cosa egli dica o faccia, odora di pulizia, di lealtà e di sincerità”.

 

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