Via
Roma
Roma
- capitale d'Italia .
L'origine della citta' di Roma (la
leggenda)
Circa tremila anni fa
alcune navi, che da tempo veleggiavano sui mari in cerca di un
approdo, giunsero in vista di una terra sconosciuta.Quegli uomini
erano i soli riusciti a fuggire dal terribile incendio con cui, dopo
una lunga guerra, era stata distrutta la loro città.Apparivano
tristi e stanchi, per anni avevano dovuto vagare sui mari alla vana
ricerca di un pò di riposo e di un pò di pace... Ed ecco ora
davanti a loro stendersi una terra dall'aspetto sereno e
accogliente.Giunsero in un luogo dove c'era un maestoso fiume che
irrompeva in mare mescolando le sue tumultuose acque gialle con le
onde azzurre.Così quando il capo diede l'ordine, fu con vero
entusiasmo che essi si accinsero a sbarcare....
Gli uomini che finalmente
poterono toccare terra erano i Troiani, ed erano sbarcati nel
Lazio, sulle rive del fiume Tevere guidati dal valorosissimo
guerriero Enea. Egli, mentre Troia crollava sotto il
furioso assalto dei Greci, era riuscito a trarre in salvo il
proprio padre e il proprio figlioletto. Ma il padre era morto
durante il lungo viaggio; gli restava solo il figlioletto Ascanio.La
vita e le imprese di Enea sono narrate meravigliosamente nel
poema Eneide, scritto dal grande poeta Virgilio, noi
qui riportiamo solo in parte quelli che sono gli episodi più
importanti per procedere nel racconto della fondazione di Roma.Già
a quei tempi il Lazio era popolato da varie popolazioni: gli
Etruschi, i Volsci, i Sabini, gli Equi, i Rùtuli e gli Ausoni.
La più importante popolazione, stanziata in un gruppo di città
organizzate nel territorio pianeggiante lungo le rive del Tevere,
era quella dei Latini. I Troiani vennero subito in contatto con
questo popolo e con il loro re, il saggio Latino. Egli li accolse
con benevolenza, diede loro ospitalità e, qualche tempo dopo offrì
in sposa ad Enea la propria figlia Lavinia già promessa a Turno, re
dei Rùtuli che scatenò una guerra per vendicare l'offesa ricevuta.
Fu una guerra feroce, che si concluse con un lungo duello fra Enea e
Turno, finchè quest'ultimo rimase ucciso.Seguì un lungo periodo di
pace, durante il quale Enea fondò una città, Lavinium, in onore
della sposa. Ascanio, il figlio di Enea, diventato grande, fondò a
sua volta la città di Albalonga. Molti e molti anni dopo la
morte di Ascanio, divenne re di Albalonga il buon Numitore.
Egli aveva, però, un fratello molto cattivo ed invidioso di nome
Amulio, il quale avrebbe voluto regnare. Per raggiungere il suo
scopo, fece imprigionare Numitore e costrinse Rea Silvia, la figlia
di lui, a farsi sacerdotessa. Amulio poteva, ormai, considerarsi
sicuro e tranquillo. Per molti anni, egli solo sarebbe stato il re.
Poco tempo dopo però il dio Marte mandò a Rea Silvia due gemelli, Romolo
e Remo.
Amulio, adirato, ordinò che
essi venissero immediatamente uccisi. Ma era destino che egli
dovesse ricevere la giusta punizione! Il servo, incaricato del
crudele compito, non ebbe il coraggio di commettere un delitto così
grave: pose, invece, i due fratellini in una cesta di vimini e li
abbandonò nelle acque del Tevere, con la speranza che qualcuno li
salvasse. E la salvezza non tardò a venire...
|