Istituto di Scuola media sezione di
Gallicchio Via Martiri d'Ungheria,3 85010 Gallicchio tel
0971752083Classe III G anno scolastico 2002/2003
Progetto "Conoscenza e valorizzazione del
tuo paese"
Docente di lettere: Ins. Domenica Vita
Alunni : Balzano Filippo Balzano Gianluigi Balzano
Luigi Durante Antonia Giordano Alessio Montano Domenico Montemurro
Gabriele Natalina Giammarco Robilotta Cristian Sinisgalli
Davide Sinisgalli Giovanni Sinisgalli Massimiliano Vicino
Francesco Vilella Lucia
collaboratori: ins.Francesco Lotito ins.Francesco Ricciardi
Gallicchio
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Via
Papa Luciani
Giovanni
Paolo I - papa
: nato a Canale D'Agordo, Belluno nel 1912 . fu eletto papa
nel 1978. Al secolo
Albino Luciani. crebbe a Murano dove suo padre lavorava come
soffiatore del vetro,ordinato sacerdote nel 1935, divenne
vescovo di Vittorio Veneto nel 1958 , e Patriarca di Venezia nel 1969 , ed infine Cardinale nel 1973 . Venne eletto papa dopo la morte
di Paolo VI nell'agosto dei 1978. ln omaggio ai suoi predecessori
prese il nome di Giovanni Paolo,diventando il primo papa con un
doppio nome. Mori' nell'autunno dello stesso anno 1978 ,ponendo
degli interrogativi ancora non chiariti sulla sua morte e sulla
brevita' del suo papato.
Papa
Luciani in un ricordo del senatore Andreotti :
Era
pallidissimo e un sudore copioso scendeva sul suo volto, illuminato
peraltro da un sorriso affascinante. Sembrava quasi volesse scusarsi
per avere scomodato tante autorità e l’enorme folla assiepata in
tutta la basilica. Per ciascuno di noi ebbe una parola
particolare.Con me si rallegrò per l’imminente matrimonio di mia
figlia, dicendomi di aver firmato per lei una particolare
benedizione. Che in quei primi giorni tanto intensi del suo nuovo
“lavoro” avesse prestato attenzione anche a piccole cose era
commovente. Lasciai però San Giovanni molto impressionato; e
preannunciando a Serena la benedizione, le dissi, preoccupato, che
il Papa non stava bene. Ma non potevo davvero immaginare che il suo
possesso di Roma sarebbe stato soltanto simbolico.Ero a messa al
Gesù pochi giorni più tardi quando un mio collaboratore mi
raggiunse, sconvolto: «È morto il Papa». Non realizzai
subito il messaggio e pensai ad una interpretazione sbagliata di
qualche comunicazione cifrata della presidenza. Purtroppo
l’incredibile era vero.
Perché, Signore? Se lo avessero
lasciato a Venezia, con le sue abitudini semplici e senza
l’accumulo di tante incombenze, forse il suo fisico avrebbe retto
all’insulto cardiaco. Non è davvero
consentito interpretare ciò che Dio vuole o permette. Ma la sua
fulminea scomparsa può spiritualmente spiegarsi con la rimozione di
un motivo polemicamente sorprendente se il conclave avesse scelto
direttamente un papa straniero. Dopo tanti secoli questa sfiducia
verso l’Italia certamente si prestava a censure, illazioni
politiche, dispute nazionaliste. Don Albino aveva preso da Paolo VI
il testimone per trasmetterlo ad un cardinale che nella sua
personale esperienza aveva sofferto le persecuzioni che dittatori di
sinistra e di destra avevano inflitto alla Chiesa. Di lui certamente
ho il ricordo del Laterano. Ma ancora di più quello del vescovo che
era venuto a Palazzo Chigi per trasmettere le preoccupazioni dei
cattolici veneti per l’Ammaina Bandiera di una loro presenza
storica nel mondo del credito. Era venuto in nero come un modesto
sacerdote, tanto che a fine mattina i commessi lo avevano cancellato
dalla lista delle visite, pensando che avesse rinunciato. C’è
una frase della Scrittura che sembra appropriata: «Consumato
fugacemente explevit tempora multa».
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