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Don Sturzo
Sturzo Luigi,nacque
a Caltagirone -uomo
politico italiano. Sacerdote,organizzatore del movimento contadino
cattolico fu il principale artefice della fondazione del Partito
Popolare Italiano(1919), strettamente legato al mondo
cattolico e alle strutture organizzative della Chiesa.Nel 1923,sotto
pressione del Vaticano,che si era avvicinato al Fascismo lasciò la
segreteria del partito in quanto non condivideva l'atteggiamento
dell'autorità ecclesiastica e si trasferì prima a Parigi,poi a
Londra e quindi a New York.Dopo la guerra tenne una posizione
indipendente dalla Democrazia Cristiana e su invito di Pio XII,formò
una lista di centrodestra che si presentò alle elezioni
amministrative romane,in contrasto con la politica di Alcide De
Gasperi.
Per
Mussolini, Don Sturzo, fu un "sinistro prete", un
pericoloso concorrente, da esiliare. Per la DC del dopoguerra un "rompiscatole" un
"catto-comunista", da isolare per poter aprire - con la
partitocrazia- quella strada dello statalismo endemico, figlio
dell'assenza di un concreto ricambio di potere. Del resto, già nel '52, Pio XII dopo il suo "geddiano
successo" del '48, osservava: "l’Azione
Cattolica, per la quale sono stati fatti tanti sacrifici, non è più
nostra"
La nuova DC, dopo essersi appoggiata all'A.C. in breve tempo era
diventata - all'ombra di una croce sullo scudo, il "campo dei
miracoli" degli improvvisati "rampanti" politici
scesi a Roma, spesso dalle piccole province "bianche",
clientelari feudi elettorali usati dentro il partito come arieti.
Cosa poteva fare Don Sturzo? Se nel '23 Mussolini lo aveva
emarginato perchè lo temeva, nel '45 dopo il suo rientro lo avevano
preso per matto, un "rompiscatole", un catto-comunista".Persino La Pira giunse a dire che "tornando
dall'esilio, Don Sturzo era rincretinito", solo perchè il
prete ribelle - nel tentativo di creare in Italia una società cristiana
e socialista, seguitò a fare nei suoi
ultimi anni una durissima critica allo statalismo, al demagogico
populismo, a bacchettare i politici in cerca del potere per il
potere. Queste critiche sono, a distanza di anni, pagine di una
grande modernità, o meglio delle profezie. E Don Sturzo non aveva
ancora visto (morì nel '59) l'"allegro" Stato
imprenditore (delle partecipazioni), quello assistenziale (degli
industriali però, pubblici e privati), quello Stato che andrà a
creare lo spaventoso "buco nero" del debito pubblico;
senza moralità, senza trasparenza, senza responsabilità personale.
In una sola generazione ha sperperato denari che forse non
riusciranno a pagare nemmeno le prossime quattro generazioni di
Italiani.
Don Sturzo insomma, aveva ragione !!! E con lui anche
Dossetti (altro accusato di essere un "prete bolscevico")
pure lui se non proprio emarginato, auto-emarginatosi perchè
sdegnato: famosa la sua frase a un latifondista che si lamentava
degli scioperi; "... ma chi spinge i braccianti a
scioperare? I comunisti, o voi altri, col vostro sporco egoismo, col
vostro desiderio di fare sempre più soldi sulla pelle degli altri?"
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