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GALLICCHIO in WEB - Antichi Mestieri

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Il legno non era lavorato solo dai falegnami, c'erano altri artigiani che producevano con questo materiale tanti oggetti, utili per la casa e per i diversi mestieri, e che lavoravano soprattutto con l'ascia. Gli oggetti maggiormente richiesti erano le sedie. Queste erano meno alte, tarchiate, più larghe e comode così come le cercavano le donne. Inoltre, costruiva una specie di tagliere su cui le donne, nel preparare da mangiare, sminuzzavano il lardo con un coltellaccio riducendolo a poltiglia; si trattava di un piccolo piano di venticinque centimetri di lato con un piccolo manico per mantenerlo durante l'operazione, ma che serviva anche, attraverso un foro, per appenderlo ad un chiodo vicino al camino. L'oggetto più richiesto dalle casalinghe era lu lavature. Per realizzarlo occorreva molto lavoro e altrettanta pazienza e precisione.. Lavorare con l'ascia voleva dire conoscere perfettamente quell'attrezzo e il materiale che si trattava. Voleva dire, soprattutto, lavorare con precisione tra due linee: sgrossare dal centro prima da una parte e dopo dall'altra in modo che alla fine risultava un piccolo triangolo con il vertice a punta e liscio. Finito il primo passava al secondo e via di seguito sino alla fine. Completato tutto l'asse, guardandolo di profilo, si vedevano tanti triangolini messi bene in ordine.

l'allevamento dei maiali, non richiedeva molto tempo e nessuna particolare attenzione finché li si teneva per la sola riproduzione; quando, invece, s'intendeva ingrassarli, la cosa si complicava e nascevano problemi anche di natura economica. Anzitutto, occorreva farli castrare da chi se ne intendeva e conosceva alla perfezione il mestiere de lu sana purcedde (castratore di maialetti). Senza la castrazione, sia del maschio che della femmina, non era possibile alimentarli e ingrassarli adeguatamente, prima con crusca, poi con le fave e, infine, sotto Natale, con il granoturco.

IL contadino viveva continuamente in campagna e non conosceva né feste né riposo. Iniziava a lavorare la mattina molto presto e smetteva la sera molto tardi, con il buio. A volte, quando c'era la luna piena, lavorava di zappa anche di notte perché la majesa (il maggese) fosse pronta a tempo debito. Questo lavoro era uno dei più faticosi, scomodi e portatore di malattie reumatiche. L'uomo zappando si immergeva nella terra umida per ore e ore, con il bel tempo e con la pioggia, senza soste, da mane a sera. Dopo una giornata di molte ore di duro lavoro, si preparava la cena consistente in un panecotte. Tutto qui. La stessa cosa faceva la mattina. Non esisteva colazione, pranzo e cena, con primo, secondo e frutta.

La vammana  aveva in paese un ruolo molto importante : era colei  svolgeva tutte le mansioni di ostetrica. Fino agli anni Settanta  le donne ,salvo rare accezioni, non venivano ricoverate negli ospedali o nelle cliniche per partorire  ma partorivano in casa, aiutate appunto dalla vammana, chiamata anche levatrice. La vammana era una vera e propria istituzione, una donna a cui affidare se stessi e  la vita dei propri figli.

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